Riad Mena & Beyond

Marrakech Africa

Stanza dopo stanza, cortile dopo cortile, ogni volta che ti muoverai tra le mura di questo riad nobiliare della medina avrai l’impressione di ripercorrere la trama di un sogno. Il sogno di una madre che ha ambientato qui il proprio ben ritiro e di una figlia, Philomena, che ha saputo trasformare la dimora in un luogo destinato a quell’accoglienza creativa, intima, autentica che sfugge (per fortuna) a ogni sorta di catalogazione. Riad Mena è una casa femminile, gentile, generosa, allegra. È un terrazzo che invita a contemplare il cielo, è un patio dove incontrare anime affini, una cucina dove qualcosa di speziato cuoce lentamente, è un susseguirsi di stanze prive di sbavature e piene di grazia. Un po’ come Philomena, occhi blue-grey e capelli rame, di quella tempra profonda e luminosa di quando il Nord incontra il Sud. Se avrete la fortuna di conoscerla un tardo pomeriggio, scendendo le scale, vi offrirà un “watermelon house martini” (una ricetta della casa che varia a seconda della frutta di stagione). Tra le preghiere dei muezzin e il tramonto del sole africano, vi racconterà della sua vita, spesa tra Marrakech e Londra e dei progetti futuri e del destino del Riad, che poi sono capitoli di una stessa storia, perché “non ci può essere felicità se le cose in cui crediamo sono diverse dalle cose che facciamo” (Freya Stark, scrittrice, viaggiatrice e cartografa britannica, celebre per le proprie esplorazioni in Medio Oriente).

Parole e immagini Meraviglia Paper. Ritratto di Philomena di Jan Gombirik. Un grazie speciale a Paula Hardy.

 

 

  

 

 

 

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