La Rösa

La cena della Stazione della Posta di Poschiavo. Una stanza che dà sul giardino, un lungo tavolo di legno al quale sono seduti insieme tutti gli ospiti della locanda. Candele e fuoco nel camino sono le uniche fonti di luce. Il profumo della legna che arde, della zuppa del giorno, dello sformato, della torta di mele cucinati nella vecchia stufa. Dopo il dessert si indugia al tavolo, rincuorati da quell’intimità che si crea tra i compagni in viaggio. Si sale le scale che conducono alle stanze. Bon Nuit, Good Night, Buona Notte.  Anche noi ci addormentiamo sotto pesanti coperte fatte a mano, dopo il bagno caldo nella tinozza di rame, come facevano centinaia di anni fa i pellegrini che si mettevano in viaggio dall’Italia alla Svizzera e che si fermavano tra queste mura a prendere ristoro per sé e i cavalli. Letti alti di legno, che ricordano quelli dove da piccoli ci ospitava la nonna, un ruscello che scorre sotto la stanza interrompendo il silenzio assoluto, il cielo stellato. La colazione è un cestino di uova appena raccolte, una grande caffetteria che borbotta sulla stufa di ghisa, una ciotola di latte fresco, una fetta di pane e marmellata artigianale, una manciata di frutta secca croccante, un piatto di formaggi di capra della casa; è un tavolo imbantito con le tazze dei servizi buoni e tovaglioli di lino pesante. Prati e montagne oltre alla finestra. È di nuovo la meraviglia di un pasto che sa di rito, illuminato questa volta dalla radiosità sincera di un sole di montagna che promette solo grande bellezze. 

Parole e foto Meraviglia Paper.

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