È un fresco venerdì di settembre alla stazione di Lauterbrunnen. Dalle carrozze scendono turisti dagli incarnati coloriti, mentre i viaggiatori appena arrivati si affrettano sul binario 3. L’ultimo trenino per Kleine Scheidegg sta per partire. La carrozza s’incammina verso l’alto con andatura incerta e la velocità minima di una giostra da luna park. Costeggiamo roccia, pianure, cascate, fattorie, scorgiamo un cucciolo di orso che guarda il panorama. La maggior parte dei turisti scende a Wengen così l’ultimo tratto, il più incantevole, è solo nostro. Solo nostri i monti Eiger, Mönch e Jungfrau che nell’insieme, sotto la luce obliqua del tramonto, ci appaiono come un ventaglio grigio e bianco circondato dal cielo. L’Hotel Bellevue des Alps appare piccolo come una di quelle case in miniatura che fungono da soprammobile. Dentro le sue stanze, a 2071 mt sul livello del mare, inizia un nuovo viaggio. Attraversiamo la sala da pranzo nella penombra, le scale che scricchiolano e un corridoio con boiserie bianca e porte color senape. La semplicità e l’eleganza da Grand Hotel alpino d’inizio secolo, l’accortezza minuta per i dettagli, la generosità del legno che ricopre tutte le superfici. Da ogni finestra si sbircia la valle oppure un inizio di ghiacciaio. L’eco delle campane delle mucche al pascolo crea un concerto di sottofondo che si rivelerà la ninna nanna perfetta. La cena è servita a lume di candela sotto a un soffitto a cassettoni da camerieri eleganti. Il whisky si sorseggia in una sala con poltrone di pelle scura e jazz discreto. Tra le foto ricordo appese alle pareti riconosciamo un Clint Eastwood ragazzo che strizza gli occhi per ripararsi dal riverbero del sole.
Parole e immagini Meraviglia Paper.