Ogni primavera, per sapere quando devono svegliarsi dal sonno invernale, le piante dell’Artico si basano su indizi ambientali diretti e indiretti: per esempio il tempo più mite, le giornate più lunghe e la riduzione del ghiaccio marino. Il letto è alto, le gambe penzolano e le punte dei piedi intuiscono il tappeto antico. Il lino è del corredo di donne di casa, un lino bianco di una volta. Le campane rintoccano chiare come la voce dolce di una madre, chissà che siano proprio quelle della Cattedrale. Ritorna il profumo di cannella che ci ha fatto addormentare la sera. La luce fiorentina filtra appena, nessun rumore. Solo il giovane padrone di casa si muove piano in cucina a piedi scalzi, e il cucchiaino che mescola il caffè caldo. Risvegliarsi in questa residenza di Via dell’Oriuolo numero 43 è un momento fatto di piccoli indizi graziosi. È un atto di generosità, di Patrick, scultore-fotografo. Parleremo soprattutto dell’Engadina, che in modi diversi amiamo e abbiamo negli occhi, lui ha il dono di esserci nato.
Parole e immagini Meraviglia Paper.