Hotel Boite

Borca di Cadore Veneto

Dormire dentro un’utopia. Abitarla, toccarla, assorbirne il valore umano, sperimentale, storico, architettonico. Quell’utopia ideata da Enrico Mattei, disegnata da Edoardo Gellner e Carlo Scarpa, e vissuta da una generazione di dipendenti del Gruppo Eni, che trascorsero qui le loro vacanze estive. A turno, per due settimane all’anno, alla pari, senza privilegi per i dirigenti, come in una famiglia. Purtroppo il progetto rimase incompiuto, la scomparsa di Enrico Mattei nel 1962 arrestò la nobile missione. L’utopia era in sostanza un villaggio di vacanze ambientato su 120 ettari ai piedi del Monte Antelao, con due hotel, villette incastonate nel bosco, un campeggio per i bambini, capanne per gli adolescenti, una chiesa, campi da tennis, piste da bowling, spazi per lo svago, l’aggregazione, il ristoro. Lo studio Gellner, composto da quindicina di collaboratori, realizzò ogni dettaglio, dall’architettura agli sgabelli. L’idea primaria fu quella di concepire le camere piccole, tutte panoramiche, esposte a sud, riservando i grandi spazi agli ambienti comuni. La Chiesa di Nostra Signora del Cadore fu affidata a Carlo Scarpa, architetto veneziano, maestro di Gellner. Il luogo sacro, come un triangolo equilatero di calcestruzzo, ferro, legno, spunta appena sopra l’hotel Boite e sembra proteggerlo.

Dopo varie mutazioni, l’Hotel Boite oggi rivive una stagione felice grazie al recupero conservativo attuato dalla nuova proprietà (Gruppo Cualbu), alla quale va il merito di far parlare ciò che resta e ispirarsi alle idee comunitarie che avevano nutrito la fondazione del villaggio. Si è iniziato così un processo di recupero di quel sogno che ancora oggi, forse sarebbe giusto dire, più che mai oggi, rappresenta qualcosa di immenso. Seguendo questi principi, Francesco Accardo, curatore dell’hotel, più che “general manager”, ha ripreso i vecchi arredi accatastati (panche, sgabelli, lampade), ha portato in tavola una semplice cucina di montagna, ha recuperato i valori quali la condivisione, l’aggregazione, la socialità e una sorta di onestà imprenditoriale, ha coinvolto giovani talenti come Alessandra Frau di “Courtesy of.”, che ha curato lo sviluppo dell’identità visiva e del logo e invitato artisti emergenti a esprimersi tra le mura dell’Hotel. Stasera nel salone di fronte al bar, una folla di locali assiste a una conferenza dedicata alla scoperta di tre piccole realtà del territorio, nel grande camino quadrato il fuoco scoppietta. È uno dei tanti eventi che Francesco organizza per accendere connessioni, dialoghi, collaborazioni, per dare voce a piccoli, grandi progetti locali. Fuori nevica, un biancore fitto che plana a rallentatore oltre alle vetrate, come una luce nel buio, un’utopia.

Parole e foto Meraviglia Paper.

 

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