Lu Focarò

Marche Italy

Tra i vicoli di Torre Palme, quel giorno, il tepore dell’ultimo sole estivo si mischiava al primo inverno. Questo piccolo borgo arroccato su una rupe di arenaria, tra mare Adriatico, colline di grano e macchia mediterranea. Una storia che trova le proprie radici prima nel popolo Piceno e poi nella vicenda dei Romani, per abbracciare durante il Medioevo le tradizioni del mondo contadino e marinaro. Profumi di ginestra, fico, alloro, rosmarino, ginepro, salsedine. 

Patrizia mi aspettava con il caffè della moka e biscotti fatti in casa, nella sua wunderkammer di curiosità, all’angolo con via Piave. Luogo di memoria e accoglienza, in cui il design da collezione convive  in armonia con oggetti regalati e arredi recuperati nei mercatini. Una serie di simulacri di tradizione contadina: icone sacre, vasi, quadri, fiori, piante, biancheria ricamata, libri nuovi e antichi. Ogni angolo diventa una storia, un mondo a parte, ci si meraviglia di fronte alle piccole cose, si torna bambini. Sembra quasi una celebrazione dell’artigianalità, della fantasia e dall’estro italiano, valorizzati dallo sguardo di Patrizia. La sua passione, la sua energia si leggono in ogni dettaglio. Essere ospiti di questa locanda sui generis, è come alloggiare a casa sua. Un po’ è davvero così. Le camere sono  un’estensione della sua abitazione privata e il ristorante, prolungamento della sua cucina, dove ogni giorno confeziona personalmente marmellate, biscotti e pasta fresca. Lu focaró” da queste parti indica il caldo abbraccio del focolare domestico, il momento del riposo in cui si tornava a casa, si cenava, si riposava dopo una lunga giornata di lavoro all’aperto, nei campi o in mare. Patrizia rende omaggio a quel rito, eleggendo tutti i suoi ospiti a parte della propria famiglia.

 

Parole Giada Storelli, fotografie Marco Criante.

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