Questa storia racconta di un’antica varietà d’uva coltivata tra le sponde di Piazza San Marco e il Canal Grande. Dove ora scivolano i turisti tra il groviglio di souvenir e le sedute dei caffe, un tempo viveva un grande giardino fatto di orti, vigneti e frutteti, di cui la sola traccia rimasta è la parola Campo nella speciale topografia veneziana. Allora una pianta dai grappoli dorati, la Dorona, cresceva e si adattava all’ambiente ostile che è la Laguna, fino al 1966, anno in cui una straordinaria acqua alta ha sommerso le viti, annegando la cultura agricola che questa pianta nutriva. Anni dopo la famiglia Bisol ha ripreso le tracce di questa storia, attraverso una lunga ricerca su questo territorio sono venute alla luce ottantotto piante sopravvissute, trapiantate poi sull’isola di Mazzorbo, all’interno di un piccolo clos circondato da mura medievali dove ora la Dorona cresce, con Venezia alle spalle, producendo un vino raro, il Venissa, figlio di una storia ritrovata. Oltre i filari, un ristorante stellato, ingredienti raccolti con cura, preparazioni delicate e qualche stanza dove restare la notte, aspettando che la Laguna si addormenti.
Parole e fotografie Federica Calzi.