“Le persone «curiose» sono nomadi, ναυται, esploratori. Scelgono le sirene, gli abissi della seduzione: perché i piaceri della mente «vengono dalle zone d’ombra oscure»” (Maria Corti, “Il Canto delle Sirene”, Premio Flaiano 1990).
Anche Maria viaggiava, viaggiava ogni mattino e ogni sera, a bordo dei vagoni di terza classe, lungo i binari che collegavano Milano a Chiari, dove insegnava presso una scuola media. Erano spostamenti necessari, scomodi, che hanno ispirato le splendide pagine di “Cantare nel buio” (Bompiani, 1991). Poi viaggiò a sud, per insegnare Storia della lingua italiana all’Università del Salento e in seguito a Pavia, dove continuò le sue lezioni e i suoi studi di ricercatrice. Maria Corti è anche stata membro dell’Accademia della Crusca, di Brera e dell’Arcadia. Seguendo i passi della critica, filologa, narratrice milanese, arriviamo in Val d’Intelvi, dove si recava per trovare pace e incanto nella sua casa di Pellio Inferiore. La Villa seicentesca, poi lasciata in eredità all’Università di Pavia, è stata riacquistata da un gruppo di amici, fra cui il poeta Fabio Pusterla e la filosofa Guenda Bernegger. L’obiettivo collettivo è di accogliere e organizzare attività culturali, riprendendo quelle che furono le intenzioni della stessa scrittrice. La dimora è aperta a ospitare studiosi e creativi che vogliano riunirsi per sviluppare idee e progetti di collaborazione, circondati dalla bellezza delle Prealpi. Ogni anno, a inizio settembre, una piccola folla di amici, alunni, lettori, colleghi sono soliti rendere omaggio alla visionaria intellettuale, il cui ricordo è ancora vivo tra le stanze e i giardini della casa.
Parole Meraviglia Paper, immagini Milo Keller. Ritratti del progetto “Radicalia”, mostra permanente di Piero Martinello. Un ringraziamento speciale a Alessandra Monti.